C.I.R.S.O.P.E.

Centro Italiano di Ricerca
Scientifica e Operativa
nella Psicanalisi e nell'Educazione

C.I.R.S.O.P.E. è il nome che fu scelto quando nel 1996 si decise di rifondare, con un nuovo statuto, lo storico Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell’Educazione, operativo dal 1975 a Milano e fondato dal Dott. Vittorio Volpi.

Questo sito intende fornire una testimonianza della intensa attività di ricercatore e innovatore del Dott. Volpi, la descrizione sommaria degli sviluppi della ricerca, che continua quotidianamente con le esperienze degli operatori del CIRSOPE, le fonti bibliografiche e anche una parte della documentazione d’archivio.

Da questo materiale gli studiosi della psicanalisi, gli operatori sanitari, gli insegnanti, gli educatori, i genitori e i figli e tutti coloro che sono interessati alle relazioni umane potranno attingere per avere alcune informazioni sul nostro lavoro, avendo a disposizione documenti finora consultabili, su richiesta, soltanto presso la sede del centro a Milano, in via Voghera 16.

L’attività del centro si è sviluppata negli anni e prosegue. Per chi volesse maggiori delucidazioni sull’approccio psicanalitico utilizzato dal CIRSOPE può rivolgersi al centro inviando una mail a info@cirsope.it (vedere il link “Contatti“) ove si svolge tuttora sia l’attività di informazione sulle caratteristiche del metodo usato, sia l’attività clinica, di formazione e di supervisione.

La ricerca del CIRSOPE si è focalizzata, fin dal 1975, soprattutto su alcuni temi che hanno permesso lo sviluppo di una metodologia di lavoro innovativa ed estremamente efficace.

  • Il rapporto d’amore primario tra il figlio e il genitore omologo come fondamentale riferimento emotivo per la salute mentale
  • Modalità di rapporto di natura simbiotica e modalità di rapporto di natura economica
  • Psicosi esogena e psicosi endogena
  • Anestesia del sentimento
  • Contagio psichico, empatia, induzioni emotive
  • Valore terapeutico dell’abbraccio
  • Strutture di sopravvivenza
  • Psicanalista non alternativo al genitore, ma supporto per il recupero del rapporto d’amore primario

La visione del dottor Volpi

La visione del dottor Volpi non è assimilabile a quella che si evince dalle più diffuse e note scuole psicoanalitiche (basti pensare alla pratica di mettere al centro della seduta l’analizzante e il suo genitore omologo, cioè dello stesso sesso) e, tuttavia, è nata proprio da quelle esperienze psicanalitiche tradizionali e ne conserva gli strumenti.

Questo METODO DI LAVORO ha il vantaggio di essere immediatamente compreso ed utile alle persone “non addette ai lavori” ma esperte del disagio psichico e dei suoi effetti sulle persone che ne sono a contatto. È molto comune, nel corso della vita, essere coinvolti nelle vicissitudini di persone più o meno vicine, che soffrono per motivi spesso apparentemente inspiegabili, sentendosi inadeguate e che diffondono involontariamente, talvolta ad intere comunità, il loro malessere.

La ricerca del Dott. Volpi e del CIRSOPE ha evidenziato come la grande risorsa dei rapporti primari, spesso inutilizzata, tra figli e genitori, con particolare attenzione al genitore omologo, permetta sempre una conferma della propria identità personale, unica garanzia di sanità mentale.

Ricordo di Vittorio Volpi. Psicanalista

Il 16 Ottobre 1998 ci lasciava Vittorio Volpi. Il ricordo che ho di lui è nitido. Il suo sguardo dritto, la sua stretta di mano solida, la sua voce pacata e sicura. Il suo passo che procede affiancando la sua grande sensibilità. La sua partecipazione ai tanti eventi drammatici che accompagnano il nostro lavoro. La cautela e la prudenza indispensabili per incontrare le altre persone. La necessità di essere sempre vigili e, nello stesso tempo, rilassati, attenti e lucidi. La confidenza che piano piano ho imparato ad avere con i miei sentimenti, accettandoli e riconoscendoli. Distinguendo tra quelli che mi appartengono e quelli che arrivano dalle situazioni più disparate. 

Per me conoscere il Dott. Volpi è stato un privilegio che mi ha permesso di affrontare le tante vicissitudini della mia vita con una luce supplementare, come se un percorso prima buio prendesse piano piano forma. Tutto questo è avvenuto con semplicità, senza voli pindarici, senza paroloni incomprensibili. Ma toccando con mano ciò che passava sotto il mio naso senza rendermene conto. La semplicità è l’aspetto forse più caratteristico di Vittorio Volpi. 

La sua grande capacità di comunicare e mostrare sentimenti preziosi in modo semplice e immediato, ma inequivocabile. Comprendere che moltissime persone, anche le più umili, hanno la possibilità di utilizzare gli strumenti psicanalitici per stare meglio, avere un beneficio insieme alle persone che amiamo, o a coloro che sentendo una disponibilità emotiva si rivolgono a noi cercando un aiuto. Questa è la più grande eredità che mi ha lasciato Vittorio. Un’eredità di cui rimarrò sempre grato. 

Ciao Vittorio.

Giorgio Mancuso
16 ottobre 2008

Testimonianze

Cari  colleghi,
mi unisco a voi tutti nel ricordo di Vittorio, del quale ricordo un insegnamento fondamentale: l’ umiltà nell’esercitare la nostra professione e il grande rispetto e attenzione nei confronti della persona in richiesta d’aiuto. Ho ricevuto una lezione di umiltà quando Vittorio mi faceva pulire i gabinetti delle sedi dove svolgevamo i  corsi residenziali, e non l’ho mai dimenticata! A lui devo il mio profondo rigore deontologico nei confronti di questa professione che non è forma, ma sostanza di un modo di esercitare un mestiere affascinante, ma anche “rischioso”. Forse è anche per questo che, sebbene non abbia lasciato l’insegnamento, sono riuscita a sentirmi sempre una “psicanalista imprestata alla scuola” come spesso Vittorio mi definiva.
Un caro saluto a tutti
Marina Ferzetti

–condivido profondamente le parole che accompagnano il ricordo di Marina per me la sua persona rimane un ricordo vivo non solo nella sua immagine fisica con la sua voce diretta, calda e autorevole, ma il mio ricordo si fa carico di odori, profumi, mele biologiche, supervisioni in piena notte, sedute il giorno di Natale, Il suo piccolo balcone con le sue piccole piantine e la nostra grande curiosità di sapere di più della sue vita privata e tanto altro ancora ….
Susanna

Care colleghe, cari colleghi,
come sapete, oggi 16 ottobre ricorre il 10° anniversario della scomparsa di Vittorio Volpi.
Sentiamo di non dover aggiungere altro a quanto intensamente scritto da Giorgio, Marina e Susanna.
Vorremmo pertanto ricordare ed evidenziare la vitalità degli strumenti che Vittorio Volpi ci ha trasmesso, invitando ciascuno di voi a inviare ai colleghi un messaggio in forma di metafora.
Da parte nostra trovate in allegato un racconto dal titolo “La Leggenda del Bosco Incantato”.
Un caro saluto a tutti
Laura Stellatelli e Marco Fiorini

Ciao a tutti.
Sono Stefano: non voglio dire cose già da me dette su Vittorio e di come l’incontro con lui ha cambiato la mia vita. Posso aggiungere però che tale incontro non è stato solo quello con una persona eccezionale, ma soprattutto è stato l’incontro con quella parte di me più nascosta e migliore, che mi
ha restituito la pienezza della mia persona e che mi ha permesso di accettare anche gli aspetti più critici e problematici di me stesso.
Ciao a tutti, ciao Vittorio.
Stefano De Luca

Ciao a tutti,
Vorrei fare anche io la mia parte nel ricordare il dott. Volpi portando alcune cose che ora rammento con il sorriso sulle labbra. Partendo dal ricordo di Giorgio Mancuso che parla della stretta di mano, credo di essere stato uno degli ultimi a potergliela stringere, perche negli ultimi anni Vittorio non poteva più dare la mano visto che aveva delle forti screpolature e nonostante questo ogni incontro con lui non ti lasciava certamente indifferente. Ricordo altre cose buffe come le sue camice a quadrettoni, di una semplicità disarmante, il suo zainetto con cui ripartiva dopo aver chiuso lo studio e mi superava in corsa dopo aver terminato la mia seduta con papà; lo studio che era sommerso di carta e le sedie di legno a dispetto di tutta la formalità e la facciata con cui ci poniamo verso il mondo esterno. Vittorio mi ha fatto innamorare del mio lavoro, insegnandomi l’impegno e dedizione verso i nostri pazienti, che lui una volta ha riassunto con la frase: “se ami veramente i tuoi pazienti, spediscili tra le braccia del loro genitore”. Le gite in montagna per fare ricerca, le supervisioni kilometriche, la visione di alcuni film “allucinanti” nel cinema di via de amicis, le ultime giornate di studio che mi hanno permesso di scrivere relazioni che sono state poi pubblicate. Sicuramente l’ho incontrato in uno dei suoi periodi maggiormente prolifici e quindi ho potuto imparare tanto dalla sua esperienza, tante volte mi ha fatto arrabbiare perché mi sembrava di una disorganizzazione pazzesca (come nell’organizzazione delle giornate di studio), ma molte sue frasi sono rimaste come delle pietre miliari e si sono pian piano sedimentate nel mio cuore, nel mio modo di vivere e sentire la professione e i rapporti umani.
non ho mai più trovato in altre realtà lavorative la stessa dedizione e impegno o per meglio dire qualità nell’aiutare le persone sofferenti, per quanto abbia fatto altri percorsi formativi che mi hanno reso un pò più eclettico, sono sempre tornato alle radici, perché quanto mi ha trasmesso ha un valore di unicità irripetibili.
Ti saluto Vittorio, e un saluto anche a tutti i colleghi con l’augurio che si possa proseguire nel diffondere il suo messaggio.
Fabrizio

Carissimi Colleghi, con un po’ di ritardo inviamo il nostro contributo in
ricordo di Vittorio Volpi, con la speranza che presto  si possa condividere
e rendere visibile  lo stato “dell’ arte”, trasformando il freddo blocco  e
la fatica a comunicare in qualcosa di più fluido e caldo …
Un saluto a tutti voi.

Associazione  A.st.ri.d (Simona Carlevarini, Maria Casiraghi, Carmen
Greco,Giovanni Ponzoni, Elena Rovagnati).

Il mago di ghiaccio

16 ottobre 1998 Il coraggio del cambiamento.

A dieci anni dalla sua morte, fra i ricordi personali dominano ancora quelli dei suoi ultimi quaranta giorni su questa terra.

Affiancandolo nel lavoro, speravo, con altri operatori, che potesse recuperare la salute e restare qui.

Fu la sua estrema lezione di coraggio e di amore per la vita, che spero di non dimenticare mai.

Poi c’è il ricordo di tutti i giorni, nel lavoro, ove ritrovo ciò che egli insegnò a ritenere importante:

la possibilità di approfondire oltre misura la ricerca nel campo dell’identità personale,

gli strumenti che mise a punto,

i risultati che verificò e che i suoi allievi possono continuare a verificare,

i benefici che ne ebbero tante persone in difficoltà, e che potranno avere, tanti altri, oggi e in futuro, avvalendosi del rapporto col proprio genitore omologo.

A chi l’ha conosciuto potrebbe dispiacere che egli non abbia ricevuto, in vita, un riconoscimento dalla comunità scientifica adeguato all’entità delle sue scoperte, che pure condivise e comunicò con tutti i mezzi possibili. Mi rendo conto che ciò avviene spesso, in ogni campo di ricerca, quando qualcosa di nuovo anticipa ciò che poi diverrà evidente. Allora ripenso alla prospettiva in cui egli ne parlava: ”Anche se un solo bambino ne avrà beneficio, ne sarà valsa la pena”.

Dato che sono già molti, bambini e adulti, che ne hanno beneficiato, anche adesso “ne vale la pena”.

Perciò la mia gratitudine personale, non solo per avermi introdotto a un lavoro che non smette di entusiasmarmi, ma, ancora di più, per avermi avviato a riscoprire ogni giorno la fiducia nelle potenzialità del rapporto con mia madre, si unisce idealmente alla ritrovata fiducia in sé di coloro che ricevono conferma d’identità dal rapporto col loro genitore omologo. Sia chi era stato colpito dalla malattia psichica endogena, sia chi aveva conosciuto la malattia psichica esogena.

Speriamo dunque, come suoi allievi, di ricordarlo, e farlo ricordare, in continuità con lo slancio che egli potè imprimere alla ricerca scientifica per la promozione della salute mentale.

Accludo il profilo biografico tratto dagli atti delle Giornate di Studio del 1997 e 1998, di prossima pubblicazione presso Analisi Psicologica, a cura del Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione.

Giovanna Camana 16 ottobre 2008

A Giorgio Mancuso, che ringrazio per avermi dato la possibilità di ricordare il Dott. Volpi, nonchè a tutti i colleghi.

Oggi, 16 ottobre, ricorrendo il decimo anniversario della morte del Dott. Volpi, voglio ricordarlo nel periodo della malattia. In quel periodo che il Dott. Volpi affrontò con umiltà, pazienza e coraggio. A testa alta e con grande dignità.

Lui che era l’uomo della parola fu ridotto dalla malattia al silenzio.

Lui che era l’uomo dell’azione si sentì costretto all’impotenza.

Lui che aveva conosciuto la fatica, la passione e il fervore della ricerca scientifica, ma anche la soddisfazione per i risultati operativi conseguiti, si vedeva finito. Obbligato a fare i conti con una condizione di apparente fallimento.

Io però, che in quel periodo mi recavo quasi quotidianamente a dettargli delle poesie al computer affinché egli rileggendole, potesse riprendere l’uso della parola, ebbi l’impressione che, proprio nell’accettazione della propria dolorosa realtà, il dottor Volpi desse prova della sua grandezza d’animo.

La sofferenza, infatti, lungi dal domarlo-continuò a presenziare alle sedute condotte dalla dott.ssa Camana, ed era ancora lui l’analista, anche se parlava lei- favorì in lui, allenandolo alla pazienza, un’ulteriore maturazione umana. Fu l’occasione di un processo di intima purificazione e quindi di una profonda crescita interna.

Di un’esperienza che lo condusse, a mio avviso, a non temere la morte. A considerarla, anziché un’angosciante visitatrice, un’amica attesa con gioia, in quanto la stessa, invece di fargli del male, lo avrebbe introdotto in un mondo in cui ogni lacrima viene asciugata. In cui si sarebbe compiuta la di lui piena realizzazione.

Proprio perché mi sembrò di intuire tutto ciò, diedi da leggere al Dott. Volpi, nella speranza che lo confortasse, la seguente preghiera:

“Non voglio pregare d’essere protetto dai pericoli, ma di sfidarli impavido.

Non voglio implorare alleviamento di pena, ma amore per vincerla.

Non voglio cercare alleati nella battaglia della vita, ma il mio rinvigorimento.

Non voglio gemere nell’ansioso timore di non salvarmi, ma spero di avere pazienza per ottenere la mia redenzione.

Concedimi di non essere codardo sentendo la tua misericordia soltanto nel mio successo, ma di riconoscere il soccorso della tua mano anche nella mia sconfitta”.

A distanza di tanti anni voglio celebrarne quindi l’esempio e l’insegnamento. Voglio rendergli omaggio ed esprimergli ancora una volta la mia riconoscenza, giacchè, se da tanti anni vivo costantemente unita all’amore della mia mamma, lo devo a lui che, se fu per me strumento di salvezza, mi ha consentito -e consente – di essere a mia volta strumento di salvezza per tante persone che ricorrono al mio aiuto.

Maria Grazia Palestra, Como 16.10. 2008

BIOGRAFIA del Dott. Vittorio Volpi

(Dott. Vittorio Volpi. Nota biografica a cura del C.I.R.S.O.P.E. Da ”La causa della malattia psichica nei bambini e negli adolescenti: come si previene, come si cura, come si guarisce”, atti delle giornate di studio del 6, 7, 8, dicembre 1997 Milano, di prossima pubblicazione) Vittorio Volpi

Nato a Milano l’1-11-1936, ove risiede fino alla scomparsa il 16-10-1998, laureato in lettere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e specializzato in Psicologia presso lo stesso Ateneo, a seguito dell’analisi personale esercita l’attività di psicoanalista.

Studioso e ricercatore attento e appassionato, pur giovandosi delle supervisioni più prestigiose del momento, e apprendendo l’approccio sistemico direttamente dalla dott.ssa Palazzoli-Selvini, persegue una costante ricerca intorno al problema della sofferenza psichica, con particolare riferimento ai disturbi molto gravi, per i quali la psicoanalisi risulta inadeguata, e attua perciò una rigorosa, pluriennale, osservazione, sia sui versanti psicosociali che intrapsichici, elaborando così, dal punto di vista della psicoanalisi, insieme ad alcuni altri ricercatori, i dati che discipline e fenomeni culturali emergenti propongono in quel periodo storico.

Nasce così, nel 1975, il Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell’Educazione, che prenderà, molti anni più tardi, il nome di Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione.

Alle molte attività rivolte alla cura dei disturbi psichici si affianca una continua ricerca operativa rivolta alla promozione della salute mentale, applicando e approfondendo le intuizioni iniziali dello scienziato sulla genesi ed evoluzione dei disturbi, in ordine al problema centrale dell’identità personale.

L’osservazione sulle due modalità di rapporto, compresenti e disgiunte, presenti in ogni aspetto della vita personale e sociale, chiamate modalità simbiotica e modalità economica, e del loro interagire nella vita di ciascuno, consente di mettere a punto un approfondimento sui rapporti primari che sono all’origine affettiva e psicologica dell’essere umano, e mettere in luce l’importanza del rapporto con il genitore omologo, che diviene, nella pratica clinica del Centro, il fulcro del trattamento. Mettendo al centro del setting un rapporto vivente anziché un soggetto singolo, (il genitore omologo in persona, quando vivente, è presente nella seduta) l’applicazione degli strumenti operativi della psicoanalisi è anch’essa trasformata, e così pure la formazione degli operatori, ai quali si chiede di fare la medesima verifica del rapporto col proprio genitore omologo e di imparare ad applicare i consueti strumenti di lavoro al nuovo contesto.

Anche l’analisi in coppia,(che ha le medesime caratteristiche, di giungere ad avvalersi, ciascuno dei partner, del rapporto col proprio genitore omologo, procedendo in questo cammino insieme al proprio partner), già messa a punto per i trattamenti degli adulti in coppia, viene applicata alla formazione.

Con la Scuola di Psicanalisi, annessa al Centro, (e in seguito ripresa in più gruppi ad opera di vari allievi del dott. Volpi), la formazione di numerosi operatori consente di esplorare i vari aspetti del lavoro in équipe, e prendere in carico casi molto complessi.

Il rigoroso approfondimento dei principi finora verificati porta ad un’applicazione metodica e coerente, nel campo clinico, riguardo ai genitori protagonisti della cura clinica dei propri figli ammalati. A questo sviluppo del metodo si stava dedicando il dott. Volpi, quando l’ha colto la morte.

All’approfondimento in campo clinico si è sempre affiancata la ricerca operativa nel campo dell’educazione, della prevenzione e della promozione della salute mentale.

La rivista Analisi Psicologica, edita dal Centro e da lui diretta, è stata il principale veicolo di divulgazione, insieme a Corsi e Giornate di studio, dei risultati della ricerca.

Due Cooperative sociali, fra i vari gruppi ed organismi sorti in questo ambito, sono sorte con l’intento di portare i benefici di questi tipi di intervento agli utenti dei vari servizi istituzionali preposti al recupero e alla promozione della salute mentale.

Bibliografia

Autorità e socializzazione-Analisi Psicologica 1978

Volpi V. “Manuale di psicanalisi dell’età evolutiva”, Milano, Analisi Psicologica, 1984.

Volpi V. “Manuale di psicanalisi del rapporto di coppia”, Milano, Analisi Psicologica, 1988

Volpi V. “Bambini e adolescenti che soffrono. Il disagio psichico in età evolutiva”, a cura di V. Volpi, Padova, Sapere, 1997.

“Rapporto di coppia e salute mentale dei figli”, atti delle giornate di studio, Milano 7 e 8 Dicembre 1996, Milano, Analisi Psicologica, 1998, a cura di V. Volpi

Per acquistare i libri e le riviste Analisi Psicologica inviate una mail a:
info@cirsope.it
Vi daremo tutte le informazioni necessarie per acquisto e spedizione del materiale.
Grazie

Chi siamo

Alcuni allievi del dott. Volpi, suoi collaboratori in équipe al momento della sua morte, hanno tenuto in vita questo centro sostenendo, la cura dell’archivio e dei casi clinici in corso.

I soci del C.I.R.S.O.P.E. hanno dedicato il loro impegno soprattutto all’applicazione delle ultime modalità di lavoro da lui messe a punto, quelle del lavoro insieme ai genitori per il ripristino dell’identità dei figli.

Il ritorno alle origini

La specificità della preparazione necessaria per l’articolazione di questo complesso approccio in équipe, che si declina sui versanti clinico e psicoeducativo, ha costituito un forte richiamo per noi a tornare frequentemente alle fonti, all’origine delle innovazioni proposte dal dottor Volpi in psicanalisi.

Reperibilità delle fonti

Da qui l’idea di rendere le fonti bibliografiche non solo elencate e reperibili in rete, ma progressivamente accessibili anche in lingua inglese, affinché molti studiosi dei rapporti familiari, nel mondo, possano consultarle, così come aveva cominciato a fare il dottor Volpi stesso.

Resta inteso che per l’apprendimento pratico è necessaria la formazione psicanalitica personale, a partire dall’analisi attraverso il rapporto col proprio genitore omologo, e la paziente pratica della supervisione.

La responsabilità di intraprendere la presente iniziativa è dei soci iscritti al C.I.R.S.O.P.E..

L’esecuzione, come ogni atto formale, è affidata all’attuale direttrice, dottoressa Giovanna Camana.

A chi ci rivolgiamo

Ci rivolgiamo, oltre che agli studiosi della psicoanalisi, alle persone che si interessano, a vario titolo, dei problemi. Il nostro approccio psicanalitico potrebbe risultare interessante per il lavoro degli psichiatri, psicologi e psicoterapeuti, assistenti sociali ed educatori.

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Promozione della salute

Ci rivolgiamo anche alle tante persone che, senza un ruolo socialmente riconosciuto nel campo delle psicologie, si sono trovate a interessarsi dei problemi della salute mentale e condividono impegno e speranze, problematiche e sofferenze, in vista di una generale promozione della salute.

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La condivisione delle nuove prospettive

Come è sempre stato, il desiderio di noi di C.I.R.S.O.P.E. è di condividere con gli operatori del settore le nuove prospettive che il dottor Volpi ha individuato e promosso.

Le psicanaliste

Camana Giovanna

Nata il 27-11-1943 a Mirandola (MO), laureata in psicologia presso l’Università degli studi di Padova nel 1984, membro dal 1981 del Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell’Educazione, diretto dal Dott. Vittorio Volpi. Lavoro come psicanalista dal 1985 secondo il metodo messo a punto presso codesto Centro, che ha preso poi il nome di Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione. Costantemente impegnata nella ricerca e confronto con altri approcci di carattere psicologico, personalmente esperiti, tra cui la programmazione neurolinguistica con Bandler, Grinder e Dilts nei loro primi interventi in Italia, e la prospettiva junghiana con la dott.ssa Mariella Loriga. Ho privilegiato tuttavia l’applicazione costante e l’approfondimento del metodo di lavoro del Dott. Volpi.

Ho svolto perciò attività di lavoro clinico con singoli, coppie, famiglie; ho partecipato e guidato lavori in équipe per situazioni complesse, sia famigliari che relative a interventi in scuole e svariate aggregazioni. Partecipai anche alla fondazione di una delle due cooperative sociali nate nell’ambito delle attività promosse dal dott. Volpi (cooperativa Cairos, in seguito chiusa). Ho condotto la formazione di operatori, distinguendo e articolando, nell’ambito della ricerca operativa proseguita negli anni, i modi di applicazione e di approfondimento in relazione alle diverse competenze e ruoli socialmente riconosciuti, psicologici e non (cioè assistenziali ed educativi in senso lato) dedicandomi, dopo il 1998, in particolare al campo clinico e all’applicazione della prospettiva del lavoro con i genitori per il ripristino della salute mentale dei figli. Alla morte del dott Volpi, infatti, insieme alla dottoressa Maria Grazia Palestra, allieva del dottor Volpi e socia del C.I.R.O.P.E.,ho costituito un’équipe di lavoro per la presa in carico di figli con problemi d’identità attraverso il lavoro psicanalitico insieme ai loro genitori, dando continuità al lavoro d’équipe da lui iniziato.

Ho partecipato, come relatrice e conduttrice, a varie giornate di studio promosse dal centro di cui sopra, e come relatrice a convegni regionali e nazionali promossi da altre organizzazioni.

Ho collaborato alla redazione della rivista Analisi Psicologica fino al 1990.

Dal 1998, alla morte del dott. Volpi, ho assunto la direzione del Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione con l’intento di contribuire alla continuità della linea da lui tracciata, anzitutto in campo strettamente clinico e clinico-psicoeducativo, e in subordine all’applicazione di strumenti psicanalitici orientati all’educazione e alla prevenzione. Tutto ciò a partire dal riscontro della potenzialità dei rapporti primari e dall’orientamento all’avvalersi del rapporto col genitore omologo come strumento di conferma dell’identità personale.

Maria Grazia Palestra

Ho iniziato la mia analisi psicologica, alla presenza di mia mamma, dal dott. Vittorio Volpi, fondatore e responsabile del Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nel campo della Psicanalisi e dell’Educazione, di corso Magenta – e poi via de Amicis 40 – nel maggio 1980.

Dal 1973 lavoravo alle dipendenze dell’amministrazione provinciale di Como in qualità di assistente sociale, da cui, in occasione della riforma sanitaria, fui trasferita nel 1981, all’USSL di Como.

Nel settembre 1982, oltre a proseguire l’analisi personale, mi iscrissi alla sua formazione per svolgere nel migliore dei modi la mia attività professionale.

Aderendo in quegli anni ad alcune attività del centro di ricerca, partecipai alle seguenti iniziative:

  • dal 30.12.1983 al 3.1.1984 al corso residenziale di psicanalisi svoltosi a Bannio Anzino (Valle di Macugnaga, VB) avente come programma:”L’approccio dell’operatore sociale, psicologo, medico, analista, psicologo individuale e di équipe, alla psicosi e alla depressione grave”;
  • dal 28.12.1984 al 1.1.1985, al corso residenziale sul “Trattamento delle tossicodipendenze” sempre svoltosi a Bannio Anzino (Valle di Macugnaga, VB) con una relazione dal titolo: ”L’approccio dell’assistente sociale alle dinamiche delle famiglie con figli adolescenti problematici”, pubblicato sul n. 4 dell’aprile 1984 della rivista “Analisi psicologica”;
  • dal 3 al 7 aprile 1985 al corso residenziale sempre nella stessa località, sul tema: ”L’adolescenza: normalità e patologia”, con due relazioni:
  1. ”Il lavoro psicanalitico delle assistenti sociali in caso di “crisi adolescenziale”: la raccolta della richiesta. Il primo colloquio, gli interventi con i famigliari, casistica”;
  2. “l’approccio dell’assistente sociale alle difficoltà con la famiglia con adolescenti problematici (fuga da casa, comportamenti asociali, tossicodipendenze)”;
  • l’8.3.1987 alla giornata di studio: ”La psicanalisi negli enti pubblici”, tenutasi presso il Palazzo delle Stelline di Milano con una relazione dal titolo: ”L’uso di strumenti psicanalitici nel lavoro degli assistenti sociali”.

Nel marzo 1989, dopo le dimissioni volontarie dall’USSL di Como, lavorai presso la cooperativa sociale C.A.I.R.O.S. (allora in via Edolo 5, Milano), (rimando, per illustrare l’attività della cooperativa al n. 8 della rivista “Analisi psicologia” del 1998, dove è stato pubblicato il programma delle 5 serate – a cui partecipai come relatrice – sulla preadolescenza che la cooperativa organizzò nel 1989 presso la scuola media “Ferrario” di Agrate Brianza); nel 1993 passai alla cooperativa Psynergie, dapprima in via Meravigli, infine, fino alla sua liquidazione, in via C. di Rienzo 35. Qui mi occupai, in particolare della formazione – e relativa supervisione – degli operatori che prestavano la loro attività presso i due centri della cooperativa stessa frequentati da minori psicotici.

Fu in quel periodo l’intervento della durata di 3 anni, presso l’istituto Solari di Fidenza rivolto, sia alla formazione degli insegnanti, sia alla presa in carico degli allievi problematici segnalati dai professori, sia a favorire, attraverso una serie di incontri con i genitori, la loro comprensione riguardo i problemi legati all’adolescenza dei loro figli.

Sono gli anni che mi vedono occupata anche in iniziative organizzate dalla cooperativa a favore della terza età, in collaborazione col Comune di S. Fermo della Battaglia (Como) e col Comune di Lipomo (Como).

Dopo la liquidazione della cooperativa, avvenuta nel 2002, in quanto ogni socio trovava un proprio itinerario specifico da seguire, svolgo l’attività di psicologa come libera professionista in quanto nella sessione primaverile del 1998, godendo dell’ex art. 34, ho potuto sostenere l’esame di stato presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma.

In questi anni ho sempre collaborato – sia nello svolgere l’attività di sostegno per i genitori con figli in difficoltà, sia nell’aiutare i figli attraverso opportuni colloqui a recuperare il rapporto col loro genitore omologo – secondo le modalità messe a punto dalla ricerca scientifica del C.I.R.S.O.P.E. (di cui sono socia) – coi colleghi della medesima formazione e in particolare con la dott.ssa Giovanna Camana che, alla morte del dott. Volpi, assunse la direzione del centro. In questo ambito ho svolto soprattutto, la mansione di operatore specializzato per le sedute psicoeducative dei figli con i loro genitori omologhi alla presenza dell’altro genitore secondo la procedura messa a punto dl dott. Volpi fino al 1998.

I principi che ispirano la mia attività e il metodo in essa applicato, possono essere desunti, oltre che dai miei numerosi interventi sulla rivista “Analisi psicologica”, anche dalle relazioni presentate alle ultime giornate di studio organizzate dal C.I.R.S.O.P.E. e dalla cooperativa sociale Psynergie al Palazzo delle Stelline di Milano, corso Magenta.

Nella prima giornata – 6-7-8 dicembre 1997 – “La causa della malattia psichica nei bambini e negli adolescenti – come si previene, come si cura, come si guarisce”, presentai una relazione dal titolo: “Un padre risana il figlio istituzionalizzato con l’aiuto di strumenti psicanalitci ed educativi”, nella seconda giornata – 25-26 aprile 1998 – “Dalla malattia alla salute mentale nei bambini e negli adolescenti – gli strumenti per la prevenzione e per la guarigione”, presentai una relazione dal titolo: ”Il ripristino della capacità genitoriale, a tutela della salute psichica dei figli, obiettivo primario nell’assunzione in carico di casi complessi”.

In questi anni, inoltre, quando la condizione mentale delle persone era così grave e complessa da impedir loro di poteri presentarsi in studio, mi sono specializzata, avvalendomi della collaborazione dei famigliari, negli interventi domiciliari.

Collaboratori nel BLOG

Chi collabora con noi e il nostro Blog

Dott. Giorgio Mancuso

Tel. cellulare 389 1659450
E-mail: giorgiomancuso57@gmail.com

Nato a Messina il 29 maggio 1957.

Residente a Milano dal 1960, ad Albino (BG) dal 1997, ed infine a Spinetoli (AP) dal 2004.

Mi occupo di psicanalisi dal 1976.

1976/1980: partecipo ad un gruppo di ricerca sulla dinamica psicologica della vita di coppia organizzato dal CIRSOPE (Centro Italiano di Ricerca Scientifica Operativa nel campo della Psicanalisi e dell’Educazione)

1981: Frequento la Scuola di Psicanalisi presso il suddetto CIRSOPE e inizio la mia analisi personale.

1982: inizio a lavorare come psicanalista usufruendo di una continua supervisione.

1985: fondo, insieme ad altri colleghi, la Cooperativa CAIROS (Coop.

Analisti-psicologi per l’Intervento e la Ricerca Operativa e

Sociale) iniziando a lavorare in équipe organizzando corsi di aggiornamento per insegnanti e interventi educativi e di prevenzione presso alcune scuole di Milano e provincia.

1984/1987: partecipo, con scopo formativo, ad un gruppo di Psicodramma Psicanalitico, condotto dal Dr.  Mario Marrone, psicanalista argentino residente a Londra, membro della Società Internazionale di Psicoanalisi.

Nel gruppo si dedica una particolare attenzione alla formazione professionale dei partecipanti.

1993: svolgo un intervento preventivo centrato sui rischi dell’adolescenza presso un istituto tecnico della provincia di Milano, in collaborazione con la cooperativa Minotauro.

1994: pubblico alcuni articoli sulla rivista “La guida del Bambino”.

1995: partecipo alla formazione dei volontari presso l’Associazione Paolo Pini conducendo i gruppi in una esperienza di psicodramma.

1996: partecipo alla Giornata di Studio “Bambini e adolescenti che soffrono” 20 aprile 1996 – Fondazione Stelline nel corso della quale ho presentato, in collaborazione con mia moglie, consulente de La Leche League, una relazione dal titolo:

“La prima prevenzione: la gravidanza, il parto, l’allattamento al seno”. Dagli atti del convegno è stato ricavato un libro: “Bambini e Adolescenti che soffrono” a cura di Vittorio Volpi ed. Sapere.

1997: Sono stato eletto Presidente della SINAPSI (Società Internazionale Analisti Psicologi). È un’Associazione senza scopo di lucro che si propone di sviluppare la ricerca scientifica nel campo dell’educazione e della psicanalisi e divulgare le conoscenze acquisite nel corso di oltre 20 anni di ricerca nel campo al fine di favorire la prevenzione della patologia psichica. Attualmente non attiva.

Nel corso di questi anni ho pubblicato alcuni articoli sulla rivista Analisi Psicologica.

Sono iscritto all’Ordine degli Psicologi della Lombardia (N. 03/1172) e sono abilitato all’esercizio della psicoterapia.

Contatti

È possibile contattare il centro C.I.R.S.O.P.E. telefonicamente o via mail. 

ANALISI PSICOLOGICA

Articolo sulla Malattia mentale del Dott. Vittorio Volpi

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