Questo sito è dedicato all’attività del dottor Vittorio Volpi, psicanalista, che ha operato a Milano fino al 16 ottobre 1998, giorno della sua morte.
C.I.R.S.O.P.E., Centro Italiano di Ricerca Scientifica e Operativa nella Psicanalisi e nell’Educazione, è il nome che fu scelto quando nel 1996 decise di rifondare, con un nuovo statuto, lo storico Centro Studi di Psicoterapia e Psicodinamica dell'Educazione, operativo dal 1975 a Milano.
Della sua intensa attività di ricercatore e innovatore, questo sito intende fornire, oltre che la descrizione sommaria e le fonti bibliografiche, anche una parte della documentazione d’archivio, affinché gli studiosi della psicanalisi e tutti coloro che sono interessati abbiano a disposizione documenti finora consultabili soltanto presso la sede del centro a Milano, in via Voghera 16.
Poiché dopo la sua morte l’attività del centro è proseguita e prosegue, anche se in forma sommessa in confronto alla ben più ampia attività che il dottor Volpi era in grado di promuovere, chi volesse maggiori delucidazioni sull’approccio psicanalitico dal lui messo a punto può rivolgersi al centro (vedere il link "Contatti") ove si svolge tuttora sia l’attività di informazione sulle caratteristiche del metodo usato, sia l’attività clinica, di formazione e di supervisione.
Sono passati ormai molti anni dalla scomparsa del dottor Volpi. Molto è cambiato nel panorama della psicologia in Italia, e sulla psicoanalisi (o psicanalisi, come scriveva il dottor Volpi). Come sempre, è in corso un dibattito a tutti i livelli culturali, in tutto il mondo, sulla sua vitalità o prossima estinzione, sulla sua scientificità, sulla sua epistemologia, e così via.
Non si manca mai di sottolineare anche il fatto che si sono avuti, nel tempo, sviluppi diversificati, i quali, tuttavia, mantengono al centro del lavoro il rapporto che si crea tra analista e paziente.
La visione del dottor Volpi non è assimilabile a quella che si evince dalle più diffuse e note scuole psicoanalitiche (basti pensare "all'eresia” di mettere al centro della seduta l’analizzante e il suo genitore) e, tuttavia, è nata proprio da quell'alveo e ne conserva gli strumenti (per esempio la centralità del transfert e del controtransfert, ovviamente modificati in funzione del cambiamento di paradigma). Essa attua, a nostro parere, un approfondimento nella continuità.
Questo approfondimento ha avuto la caratteristica (per noi il pregio) di essere immediatamente compreso ed essere utile alle persone “non addette ai lavori” ma esperte, loro malgrado, del disagio psichico e dei suoi effetti sulle persone che ne sono a contatto. E ha messo in luce (anticipando temi che oggi in Italia sono emergenti nell'evoluzione dei trattamenti sia psicodinamici che sistemico-relazionali, circa l’importanza positiva della famiglia e dei rapporti familiari e la loro “resilienza”) la grande, in gran parte inutilizzata, risorsa dei rapporti primari.
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