“Il Figlio”, per la regia dei fratelli francesi Dardenne, due registi non nuovi nel concentrarsi nelle loro opere su tematiche di tipo pedagogico e didattico, è un film altamente educativo, formativo, istruttivo, costruttivo, edificante.
Un film che evidenzia che vi sono delle persone, come olivier, che lungi dal vendicarsi per l’ affronto, l’ oltraggio e il sopruso subito – francis, il giovane che olivier prende nel suo laboratorio per insegnargli l’ arte della falegnameria, ha ucciso suo figlio – non solo sanno perdonare, ma addirittura sanno coinvolgersi per favorire la ripresa del colpevole.
“il figlio” e’ un film di poche parole, dal linguaggio spoglio, conciso, essenziale, dal linguaggio che, in modo sobrio, ma chiaro e preciso, soprattutto oggi in cui il rischio eì spesso quello di parlare troppo, ci introduce subito al centro e al cuore del problema. Ebbene, e se le parole di cui si avvale il film sono soltanto quelle fondamentali e indispensabili, ci vengono allora in aiuto le immagini.
Sì, si tratta di un film che, piu’ che con le parole, parla con le immagini, con le espressioni dei volti, che parla grazie sia ad un’ ottima mimica, che a un’ ottima gestualità e gesticolazione. L’attore protagonista, infatti, ha ricevuto la “palma d’ oro” come miglior attore ed ancora di più…..il film ci parla anche, e soprattutto, grazie al vissuto emotivo che ci trasmette.
Fin dall’inizio, infatti, fin dalle prime battute, prima ancora di conoscere il drammatico fatto, ovvero che a Olivier è stato ucciso il figlio, si avverte un forte senso di paura di angoscia, di inquetitudine e solitudine.
La vita di Olivier, infatti, si è ridotta soltanto al lavoro, certo a un lavoro che Olivier ama, di cui Oliver è una vero maestro, un autentico artista. Un lavoro che compie con vera passione, e che, con vera passione e vero rigore, insegna ai suoi apprendisti, che è diventato comunque il centro intorno al quale ruota tutta la sua esistenza, sì perchè dopo la tragica morte del figlio, Olivier è stato lasciato dalla moglie di cui una sera riceve la visita in cui gli annuncia il suo matrimonio e di essere in attesa di un bambino.
L’ ex moglie di Olivier, dopo la tragica scomparsa del figlio, a differenza di Olivier, ha cercato di rifarsi un’ esistenza di ridare uno scopo alla sua vita ed ella rimane sconcertata, anzi perde i sensi, quando apprende che olivier, superati i dubbi e le indecisioni iniziali, ha deciso di seguire nel suo laboratorio in qualità di apprendista l’ assassino del figlio, il giovane Francis dimesso dal riformatorio dopo cinque anni dal drammatico episodio compiuto quand’egli aveva 11 anni.
Interrogato dall’ ex moglie sul motivo per cui lui, olivier, abbia potuto compiere una tale scelta, olivier risponde di non saperlo, sì, Olivier razionalmente non sa darsi nessuna risposta, non conosce i motivi della sua scelta. e neanche e’ consapevole che, seguendo francis durante il periodo della sua formazione, lui, Olivier, si lascia coinvolgere dalla condizione emotiva dell’ adolescente dalla sua paura di vivere, dalla sua solitudine, dalla sua deprivazione affettiva anche però, dalla sua buona volontà dal desiderio di impegnarsi nell’ apprendere una professione.
Francis, infatti, collabora con zelo a tutto quanto olivier gli propone, si manifesta con lui estremamente collaborante guarda ad Alivier come a un vero e proprio maestro, come a una persona in gamba dalla quale ha tanto da imparare ed e’ cosi’ che mentre la loro comunicazione è, come si è scritto, limitata al si è al no, dentro di loro avviene qualcosa di magico entrambi si sentono intimamente toccati. presi l’ uno dall’ altro.
Francis, che in seguito dirà, rispondendo alle domande di Olivier di non frequentare la mamma in quanto il compagno della stessa non glielo permette e di non sapere dove si trova il papà, è evidente che guarda ad Olivier come a un possibile padre, come a colui che gli può fare da guida da punto di riferimento……
Francis imita in tutto, Olivier, infatti….si spazzola a fine lavoro come si spazzola Olivier. mangia ciò che mangia Olivier, fischietta rasserenato dopo aver trascorso una giornata di lavoro alla presenza di Olivier che indubbiamente gli trasmette un forte senso di sicurezza, gli chiede di giocare insieme al flipper….ed Olivier lo fa, infatti, entrare sempre di piu’ nella sua vita. Viene meno a quelle precauzioni che in questi casi sono necessarie per non essere fagocitato e inglobato dall’ angoscia dell’ assistito intrappolato dalle sue richieste emotive.
Sì, anche perchè se Olivier suscita in Francis tanta ammirazione e tante aspettative, non potrà mai sostituire al vero padre, mai. Ecco, perché sarebbe stato opportuno che Olivier si fosse avvalso del notevole interesse che la sua persona, il suo modo di fare – soprattutto quando Francis gli chiede di fargli da tutore – suscitava in francis per poterlo aiutare nella ricerca del vero padre, del vero suo punto di riferimento e nemmeno Olivier può sostituire con Francis il figlio perduto, quel figlio che Olivier ricorda, anche senza mai nominarlo, con grande struggimento. Sembra, infatti, che soltanto la presenza di francis, riesca a farlo ritornare in casa del figlio ucciso dove, nonostante i cinque anni trascorsi dalla sua morte, tutto si è fermato…..che tutto sia rimasto immobile, che tutto sia rimasto intatto così come lo ha lasciato il figlio.
Sul tavolo c’ e’ ancora la bottiglia del latte, il letto e’ ancora sfatto…..quel letto su cui Olivier si sdraia abbandonandosi ai dolorosi, ma bloccati ricordi, ebbene, il finale del film non dà risposte sul futuro di Olivier e di Francis, non da’ soluzioni, si tratta di un finale aperto, di un finale che ciascun spettatore, forse, può immaginare secondo la sua fantasia e sensibilità
Quello che è però evidente ed indiscutibile è che l’ incontro di Francis con Olivier ha cambiato a entrambi la vita.
Per primo l’ ha cambiata a Francis che, per la prima volta, forse, dopo aver compreso che Olivier pur sapendo che lui, Francis, è l’ assassino del figlio, si incontra con una persona che non vuole punirlo, che non intende vendicarsi e fargli del male, che non intende rivalersi su di lui.
Ecco, come si diceva, per la prima volta Francis può finalmente fidarsi di una persona, può guardare con un poco più di speranza al futuro, può, sentendosi perdonato, liberarsi dall’ inevitabile senso di colpa che gli grava addosso, può, insomma, riscattarsi dal drammatico passato per vivere con un po’ più serenità il presente onde costruirsi un futuro accettabile!